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Il sito è costituito dagli ambienti umidi salati, salmastri e di duna gravitanti nella Sacca di Goro, l'insenatura marina più rilevante della regione. Si tratta di circa 2.000 ettari di laguna, estesi tra le foci del Po di Volano e del Po di Goro, ricoperti da acque salate di bassissima profondità e parzialmente isolati dal mare da scanni prevalentemente sabbiosi, originati dalla risedimentazione dei depositi dei due rami del grande fiume. Gli scanni presentano un'elevata naturalità, mentre le acque della sacca sono intensamente utilizzate per la molluschicoltura. Il sito include anche il tratto terminale del Po di Goro, da Mesola alla foce, comprendente una lanca fluviale allagata (Valle Dindona) ad esso adiacente, la fascia di mare aperto a Sud della Sacca di Goro per circa 300 m lineari, esterna agli Scannoni di Goro e di Volano e le paludi salmastre Peschiera, a Ovest della foce del Po di Volano, e Mezzanino, quest'ultima insieme alla Valle di Gorino racchiusa tra il Po e lo Scannone di Goro. Acque dolci dunque, e piene imponenti, soprattutto dal più grande Po di Goro, contornano acque salmastre e la laguna, chiusa al centro dagli scanni e separata dal mare aperto in un paesaggio liquido e cangiante, segnato dalle mareggiate.
Gran parte del territorio si è formato di recente, a partire dal XVIII secolo; l'unica comunicazione naturale della sacca di Goro con il mare è rappresentata dall'ampio varco compreso fra lo scanno di Volano e lo Scannone di Goro, sviluppatosi nell'ultimo mezzo secolo. Il più ridotto Po di Volano, insieme alla foce abbandonata di Taglio della Falce, scarica pigramente in laguna, mentre le bocca del Po di Goro, come un vero estuario, prolunga in mare aperto, oltre il faro di Gorino, l'immensa duna dell'omonimo scannone. A bassa marea emergono vaste superfici di velme, soprattutto in prossimità degli scanni, a loro volta costituiti da dune vive con estese formazioni vegetali psammofile (cakileto, agropireto, ammofileto). Le parti più interne sono occupate da macchie basse, prevalentemente di tamerice, mentre solo sulle parti più elevate dello scanno di Volano vi sono, oltre a lembi di pineta di impianto artificiale, macchie e boschi di sempreverdi xerofili, dominati dal leccio (Quercus ilex). Nelle bassure interdunali compaiono praterie dominate da alofite pioniere come sparto delle barene (Spartina maritima) e salicornia veneta (Salicornia veneta), e prati salmastri a giunchi e gramignone marittimo (Puccinellia palustris). Di particolare interesse sono anche le numerose specie di idrofite radicanti presenti nelle acque dolci della Valle Dindona. Il sito ricade nella stazione "Volano, Mesola, Goro" del Parco Regionale del Delta del Po, include 3 Riserve Naturali dello Stato per complessivi 516 ha ed è zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.